Maybe I'm a Witch

“Forse mi ricordava la mia parte dolorosa quella che mi faceva camminare nei boschi la notte, che mi faceva sporcare la faccia col fango e mi faceva pensare di uccidere i miei padri”

(Stefano Benni)   

Quando il mondo esterno provoca una smarginatura in noi stessi, il dolore prende il sopravvento e lacera, scompone. In questo spazio fisico e temporale di pezzi di anima e corpo esplosi, prende forma Maybe I’m a Witch.
Nato dall’urgenza di indagare il sistema complesso di me stessa e di risanare le voragini interiori, questo progetto unisce l’aspetto del viaggio interiore a quello diaristico. 
Un viaggio all’interno del mio dolore, delle sue cause e dei suoi effetti.  
Un viaggio cominciato con la consapevolezza di voler tenere traccia della cruda realtà, delle variabili possibili che questa può avere e delle nuove cose che può generare, alle volte visibili, altre invisibili. Per questo viaggio sono ricorsa alle arti magiche.  
Colpita e straziata dal mio dolore ho capito che l’unico modo per capirlo, introiettarlo e rinascere era diventare una strega. 
Suddiviso in capitoli ( “La Smarginata”/ “L’Evisceratura” / “La Teodoforia”/ “ Liberare l’Animale”/ “La Trasformazione”) il lavoro assume l’aspetto di un manuale per diventare streghe. Analizzando gli accaduti si entra a contatto col dolore, lo si guarda in faccia, e con l’aiuto della Natura, delle arti magiche e dell’introspezione si guarisce, acquisendo poteri magici
contro i prossimi dolori.
Il progetto si snoda tra scansioni di diario, autoritratti in fasi di trasformazione del mio corpo, collage fotografici e multimaterici, materiale d’archivio e la raccolta di oggetti naturali e
non, che assumono la valenza di simboli e amuleti. 
Con serietà ma anche un po’ di ironia Maybe I’m a Witch racconta la storia del mio percorso e del mio destino: quello di accogliere le difficoltà, amare la vita, e diventare più forte per affrontarla. Come fanno le streghe. 
E quindi si, forse, tutto sommato, alla fine di questo viaggio: Maybe I'm a Witch. "
2022

Ing//

 

"Maybe it reminded me of the painful part that made me walk in the woods at night, that made me dirty my face with mud and made me think of killing my fathers"

(Stefano Benni)   

 

 

When the external world causes a disfigurement in ourselves, pain takes over and lacerates, breaks down. In this physical and temporal space of exploding pieces of body and soul, Maybe I’m a Witch takes shape.

Born from the urgency to investigate the complex system of myself and to heal the inner chasms, this project combines the aspect of the inner journey with that of the diary. 

A journey into my pain, its causes and its effects.  

A journey that began with the awareness of wanting to keep track of the raw reality, the possible variables that this can have and the new things that can generate, sometimes visible, other invisible. For this journey I have resorted to the magic arts.  

Struck and heartbroken by my pain, I realized that the only way to understand it, introject it and be born again was to become a witch. 

Divided into chapters ( "La Smarginata"/ "The Evisceration" / "La Teodoforia"/ " Liberating the Animal"/ "The Transformation") the work takes on the appearance of a manual to become witches. Analyzing the happened you come into contact with the pain, you look at him in the face, and with the help of Nature, the magic arts and introspection you heal, acquiring magical powers

against the coming pains.

The project involves diary scans, self-portraits in phases of transformation of my body, photographic and multi-material collages, archival material and the collection of natural objects and

not, which assume the valence of symbols and amulets. 

With seriousness but also a bit of irony Maybe I’m a Witch tells the story of my journey and my destiny: to welcome difficulties, love life, and become stronger to face it. Like the witches do. 

 

And so you, perhaps, all in all, at the end of this journey: Maybe I’m a Witch. "

 

2022